mercoledì 10 settembre 2008

Impariamo

(tratto da La Repubblica)
Un fondo sovrano europeo che investa in infrastrutture di importanza continentale; utilizzare per questa "missione" la Banca europea per gli investimenti trasformandola in una sorta di Cassa depositi e prestiti sul modello italiano, francese, tedesco: questa è l'idea lanciata a Cernobbio da Giulio Tremonti.
Il nostro super-ministro dell'Economia è un genio della comunicazione, non inferiore a Berlusconi in questo genere di genialità. Conosce bene l'importanza mediatica e politica di apparire sulle prime pagine dei giornali e dei telegiornali per giorni e giorni alternando gli annunci e cercando che siano sempre più clamorosi. Si tratta al tempo stesso d'una scienza e d'un'arte. Gli annunci debbono colpire la fantasia e solleticare gli interessi; debbono essere icastici e generici perché se si entrasse nel dettaglio si capirebbe subito che si tratta di patacche. Il dettaglio funziona infatti come uno spillo: buca il palloncino gonfiato.
Così accadde poco tempo fa quando Tremonti lanciò la guerra contro la speculazione mondiale che stava portando alle stelle il prezzo del petrolio e delle materie prime. Indicò genericamente gli strumenti da impiegare, lanciò il suo grido di battaglia al G8 di Tokyo, lo propose due giorni dopo all'Ecofin dell'Unione europea, ne dette comunicazione al segretario dell'Onu e al Fondo monetario internazionale.
Si alzò un polverone. I "media" italiani riempirono pagine e pagine con la sfida tremontiana contro gli speculatori. I titoli sul "Davide contro Golia" si sprecarono, le interviste a destra e a manca anche. Dopo pochi giorni la bolla petrolifera e quella delle materie prime cominciò a sgonfiarsi; come in pochi avevano previsto il mercato reagì da solo, la stasi dell'economia calmierò i prezzi.
Adesso siamo al secondo palloncino gonfiato. I fondi sovrani vanno di moda e Tremonti scatena il suo.
Patacca sovrana ed ecco perché.
1. I fondi sovrani non operano sul proprio territorio ma all'estero. Il proprietario di quei fondi è lo Stato. Sul proprio territorio lo Stato non ha bisogno d'un fondo sovrano perché il sovrano è esso stesso e le sue articolazioni amministrative. In uno Stato liberal-democratico l'allocazione delle risorse e la mobilitazione dei capitali è affidata al mercato.
2. L'Unione europea vieta interventi statali sul mercato europeo ed anche sui mercati nazionali. Vieta gli aiuti di Stato alle imprese. Tutela la libera concorrenza e possiede una robusta struttura antitrust. Se la Banca europea effettuasse investimenti in Europa violerebbe gravemente lo spirito e la lettera dei trattati e delle regole comunitarie.
3. Il modello della Cassa depositi e prestiti e gli analoghi istituti di Francia e di Germania non sono minimamente applicabili alla Banca europea. Quelle Casse raccolgono risparmio dai privati e con esso finanziano opere pubbliche. Ma non esiste una Banca europea che raccolga risparmio sul mercato. Non esiste e non può esistere nell'attuale struttura dell'Unione.
4. La Banca europea dovrebbe finanziarsi dunque attingendo al bilancio comunitario il quale, per far fronte a quella nuova esigenza di fondi, dovrebbe accrescere in proporzione le contribuzioni dei Paesi membri.
5. Se comunque tutti questi ostacoli e contraddizioni fossero superati con un colpo di bacchetta magica, resterebbe il fatto di un'istituzione europea che non dipenderebbe da un solo sovrano ma da 27, con tutte le conseguenze che si possono immaginare.
Questa è la patacca di Tremonti. I "media" abboccano. Noi stessi, per descriverne la fatuità, siamo costretti a parlarne. Andrà avanti per un bel po' di giorni e poi si sgonfierà, ma intanto il super-ministro ne avrà pensata un'altra per restare in passerella. E' un genio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Condivido il tuo commento. Evviva i dettagli... speriamo ce ne siano tanti in grado di bucare i tanti palloncini gonfiati .Trovo questa frase superlativa!!!Oggi in pochi, purtroppo, sanno vedere e interpretare i dettagli.