lunedì 1 settembre 2008

Continuiamo a sottovalutare...

Scalfari docet:

su Alitalia...

Un caso tipico di socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti, che sarà probabilmente esteso anche ad Air France o a Lufthansa se entreranno per una quota nell'Alitalia nascente.
...
Chi voglia confrontare l'accordo offerto dai francesi nel marzo scorso vedrà che le differenze sono macroscopiche. Allora non si parlava né di fallimento né di legge Marzano né di divisione in due società, ma dell'acquisto di Alitalia in blocco con i suoi debiti, i suoi dipendenti, la sua flotta. I francesi avrebbero anche pagato allo Stato un prezzo per le azioni e lanciato un'Opa per gli azionisti di minoranza. Avrebbero stanziato 2,600 miliardi per il primo rilancio e incluso Alitalia nel "network" Air France-Klm.
...
Berlusconi (ma anche Colaninno) hanno definito quell'operazione una svendita. Ma l'operazione attuale come si può definire? Tutti gli oneri allo Stato, tutta la polpa ai privati, Air France compresa se entrerà come azionista. Io direi che un'operazione così si definisce politica di immagine e imbroglio economico.
...
Forse la parola imbroglio può sembrare eccessiva. Vediamo dunque da vicino alcuni lineamenti dell'operazione.
1. Gli esuberi previsti vanno da un minimo di cinquemila ad un massimo di settemila. Il ministro del "welfare", Sacconi (e prima di lui Berlusconi e Tremonti) assicura che nessun dipendente sarà lasciato per strada. Esistono infatti da quarant'anni alcuni ammortizzatori sociali, la cassa integrazione a zero ore e la mobilità permanente, per un totale di sette anni. Sacconi non inventa nulla che già non vi sia. Ma la cassa integrazione ha un suo plafond e non può estendersi all'infinito. Se si va oltre il limite bisognerà rifinanziarla o inventare nuovi ammortizzatori e nuovi finanziamenti. La questione va considerata con attenzione in tempi di crescita zero del Pil e di incombente disoccupazione.
2. Il governo prevede incentivi e detassazioni per le imprese private che assumano i licenziandi Alitalia. È evidente (Fassino l'ha ricordato ieri) che non si può limitare un provvedimento così anomalo al solo caso dell'Alitalia. Non si possono fare leggi speciali che valgano per un solo soggetto e non per altri. Perciò, se un provvedimento del genere sarà preso, bisognerà estenderlo a tutti gli esuberi che si verificheranno in futuro. Quanto costa una copertura di queste dimensioni?
3. Il governo prevede anche che i piccoli azionisti Alitalia siano indennizzati. Come e in che misura? Attingendo al fondo di garanzia creato per indennizzare i risparmiatori truffati dall'emissione di "bond" fasulli, tipo Parmalat, Cirio, "bond" argentini. Credo che quel fondo sia insufficiente a indennizzare gli azionisti Alitalia. Comunque la fattispecie è completamente diversa. Ma anche qui: se si adotta una strategia di questo genere bisognerà poi estenderla a tutti i piccoli azionisti travolti da crisi societarie. Lo Stato è in grado di assumersi una responsabilità di queste dimensioni? Intervenendo in questo modo mai visto prima sulla Borsa italiana? A me sembra una favola. Anzi l'ennesimo imbroglio.
4. È stato stabilito che gli azionisti della cordata Colaninno non potranno vendere le loro azioni nei prossimi cinque anni, passati i quali saranno liberi di fare quello che più gli sembrerà opportuno. Vedi caso: la scadenza è nel 2013 e coincide con la fine della legislatura. È molto probabile che il grosso dei soci della cordata, che niente hanno a che vedere col trasporto aereo, escano dalla società. Tanto più che avranno come consocio un vettore aereo internazionale, Air France o Lufthansa che sia. In questa vicenda il socio internazionale è destinato ad avere la stessa posizione della spagnola Telefonica in Telecom. È il solo che ne capisce ed è il solo che alla lunga resterà al timone. Ho già scritto che tutta questa vicenda mi ricorda il gioco dell'oca, quando si torna indietro alla casella di partenza. Alla fine avremo una compagnia guidata da un vettore internazionale perché non c'è più spazio in Europa e nel mondo per vettori locali nel mercato globale. La sola differenza sarà che il vettore internazionale avrà speso molto meno di quanto sarebbe avvenuto cinque anni prima.

Questa sì, sarà una svendita preceduta da un imbroglio. Le perdite allo Stato (cioè a tutti noi) i profitti ai privati, nazionali e stranieri. Un imbroglio che camuffa una svendita.



Come un post di qualche giorno fa testimonia, io compresi la porcheria Alitalia ben prima di leggere commenti sui giornali, mi bastarono solo pochissime informazioni.
Io non sono uno stratega d'azienda o un imprenditore di lungo corso, e se io ho capito quello che stava succedendo credo che chiunque lo potesse comprendere...

Poi oggi leggo:
Ha detto Giulio Tremonti: "Il governo Prodi ci ha lasciato due disastri: l'immondizia di Napoli e l'Alitalia, oltre ad una situazione economica e finanziaria spaventosa. Il presidente Berlusconi ha risolto in 58 giorni il problema dei rifiuti e in 120 giorni ha salvato l'Alitalia. Noi abbiamo rimesso i conti a posto con la Finanziaria di luglio".

Premetto, negli ultimi tempi sono stato tante volte a Napoli e ho avuto modo di parlare con tante tante persone...e penso: come fa Tremonti a permettersi di prenderci per il c..o in quel modo e non aver paura neppure per un secondo di essere linciato dalla massa (perchè se ho capito io quello che sta accadendo anche la massa può arrivarci)? Risposta: perchè la massa è con loro. Perchè la massa è con loro? Perchè è ignorante? Risposta: no. Assolutamente no. La massa è solo stata ben ben addomesticata per anni e anni. E questo basta? No, potrebbe sempre riaprire almeno un occhio. E allora? Perchè non lo fa? Perchè continua a essere disinformata, continua a essere allo scuro di tutto. La massa vede sempre la televisione e non legge mai Scalfari. La massa sa chi è Costantino o Cannavaro, ma non sa chi sia Riva o la recente storia dei Benetton. E questo perchè? Perchè non gli interessa? Sicuramente, ma non solo.
La verità è che in Italia tutti i mezzi di comunicazione di massa sono nelle mani del nanetto malefico (e questo la massa se l'è già dimenticato!!!), la verità è che il nanetto malefico ci sa fare con la comunicazione, la verità è che il nanetto malefico e tutti i suoi adepti ci continuano a prendere in giro e continuano a ridersela sotto i baffi.
La verità è che avevo ragione il giorno dopo le elezioni quando dicevo che il PD avrebbe dovuto fare solo una cosa: andare alla ricerca di un suo mezzo comunicativo, una televisione o un nuovo modo di relazionarsi con la gente. Il PD, che già è colpevole spesso nei contenuti o nei modi di affrontare questioni come quella dell'Alitalia (viste le dichiarazioni di Veltroni...obbligato, si dirà, visti certi cognomi del suo governo ombra), non ha mezzi per comunicare, e qui finisce tutto. L'opposizione non esiste (purtroppo neppure nelle Feste dell'Unità Democratica...e qui ci sarebbe da aprire un'altro bel discorso sui nomi!!!) e il governo si diverte. E noi, italiani, consci o no di quello che sta accadendo, subiamo. e basta.

La verità è che stiamo andando verso il baratro. La verità è che ormai non c'è più freno. La verità è che siamo già in uno stato semi-dittatoriale che diverrà presto totalmente dittatoriale. La verità è che per tanto tempo ancora la massa amerà il dittatore. La verità è che la dittatura comunicativa fa già parte della nostra società. La verità è che non c'è spazio per rivoluzioni culturali. La verità è che siamo controllati. La verità è che saremo saremo sempre più poveri. La verità è che siamo già molto poveri, ma solo quando inizieremo in tanti a soffrire la fame allora inizieremo a reagire. La verità è che la cosa più furba sarebbe scappare dall'Italia, dall'Italia che è allo sfascio totale.

1 commento:

andrea cevasco ha detto...

Ciao, la penso diversamente da te in tutto, ma siamo due che si danno da fare per cambiare il volto stantio di questa meravigliosa Italia. Finchè esisteranno persone con la nostra voglia, penso che, la democrazia e la libertà siano in salvo. Quindi tanti auguri e se vuoi vienimi a trovare: http://www.andreacevasco.com