Viviamo in un'Italia e in un mondo dove risulta sempre più difficile capire cosa pensa la comunità scientifica su tantissimi argomenti. Non faccio riferimento alle posizioni sulla morale e sull'etica, ma proprio alle valutazioni prettamente scientifiche. E non solo su questioni recenti, anche su quelle datate, quelle con le quali ormai conviviamo da decenni. Per fare qualche esempio, qual è l'incidenza dell'utilizzo dei cellulare sulla nostra salute? Ma anche, qual è l'incidenza delle antenne radio? Qual è l'incidenza dell'inquinamento stradale? e poi qual è l'incidenza della spazzatura nelle strade di Napoli sui napoletani? Guardando qualche trasmissione in merito si ascoltano decine e decine di pareri contrapposti, e ognuno ritiene di essere l'unico possessore della verità. E' fuor di dubbio che in quel caso l'errore sia dei giornalisti che conducono le trasmissioni dando ascolto a chiunque passi vicino ad un microfono...ma secondo me c'è di peggio...
Il discorso si sposta sul lato istituzionale, su chi deve prendere posizione e decisioni. Io credo che costoro debbano usare unicamente informazioni e dati "istituzionali" o "istituzionalizzati". Così chi governa o chi coordina e gestisce le cose pubbliche dovrebbe ascoltare non tutti gli scienziati del mondo, ma solo gli scienziati del CNR o di organi ed enti scientifici istituzionali. A questi si devono chiedere relazioni e analisi e solo su quelle ci si deve basare. Loro hanno la responsabilità di dare informazione scientifica corretta a chi l'informazione scientifica deve usare per decidere sulla collettività. Tutti gli altri non esistono. Ciò vuol dire che un politico non dovrebbe poter chiedere la consulenza di uno scienziato esterno, per quanto illustre e premiato, se costui non lavora per lo Stato. La risposta della "scienza" ad una questione che attiene alla collettività deve essere univoca e chiara. Chi risponde all'esigenza collettiva deve essere quella stessa scienza pagata dalla collettività, quella scienza che non dovrebbe avere interessi privati e deviati: la scienza istituzionalizzata.
Premesso tutto ciò, risulta evidente che la spazzatura lasciata per strada a Napoli faccia male alla salute, tanto o poco che sia: è un dato di fatto. E quindi il dovere del gestore della cosa pubblica è risolvere il problema usando la soluzione migliore a fini pubblici, non per forza quella scientificamente tecnologicamente migliore. Faccio un esempio molto banale (e brutalmente semplificato) per spiegarmi meglio. Supponiamo vi siano due tipi di inceneritori da poter costruire, l'uno con rendimento (considerate il "rendimento" per semplicità un parametro riassuntivo della validità scientifica dell'impianto) al 90 % e realizzabile in 8 anni, l'altro con rendimento all'80 %, ma realizzabile in 1 anno. Non vi dovrebbero essere dubbi per chi deve decidere del bene pubblico, la soluzione sicuramente migliore è la seconda, è quella che massimizza la diminuzione di disagio, è un ottimo relativo, ma pur sempre ottimo. In Italia, invece, spesso assistiamo a campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica basate totalmente e faziosamente su dati scientifici, spesso anche errati o presentati dentenziosamente. Credo che questo modo di fare debba essere combattuto ed "emarginato" dalle nostre piazze. Secondo me l'informazione sulla quale basarsi deve essere quella corretta perchè "istituzionale", la scelta decisionale (basata su informazione corretta), invece, deve essere solo quella migliore per minimizzare il disagio. Questo vuol dire che potrebbe anche essere che sia più opportuno aprire una discarica invece che un inceneritore di ultima generazione benchè sappiamo che la seconda sarebbe la soluzione "tecnicamente" migliore. E' ovvio aggiungere che poi ogni decisione sul breve termine deve essere completata con una di maggior spessore per le gestione del medio-lungo termine e proprio quelle devono essere influenzate principalmente dalla valutazione scientifica. (Questo non vuole essere un giudizio su decisioni che sono state prese, vuole essere solo un'analisi sul modo di procedere nelle scelte che coinvolgono la res publica)
La cosa veramente assurda dell'Italia e della classe dirigente italiana è che per tantissimi problemi, compreso quello dei rifiuti, ci sarebbero semplici leggi e regole da importare dai paesi civilmente più evoluti (so che questa è una affermazione forte, ma ogni tanto in parte è anche vera) che migliorerebbero tante situazioni, ma vengono ignorate...secondo me in molti casi anche volontariamente... Così se si va in Svezia (come in quasi tutto il nord Europa) si nota che per legge tutte le bottiglie di plastica o di latta hanno un numerino inciso sulla struttura; esso indica quante corone ti vengono restituite se tu riporti il vuoto in apposite strutture per la raccolta differenziata o nei supermercati nei quali si è comprato il prodotto (ovviamente lo stesso valore è caricato sul prezzo di vendita al consumatore, senza recare danno economico al produttore). Questa semplicissima norma certamente favorisce la pulizia delle città e aiuta anche le persone che magari, non trovando lavoro, decidono di fare gli "spazzini aggiunti" e passano la giornata a raccogliere per strada o alle feste i vuoti che poi si vanno a rivendere...raccimulando non pochi soldi. Ora la domanda che sorge spontanea è: quanto tempo ci vorrebbe per importare la stessa cosa in Italia? Secondo me pochissimo...ma forse proprio non si vuole...
Ma ci sono altre idee forse ancor più elementari e logiche. E' risaputo che la maggior parte dei rifiuti sono imballaggi e involucri di prodotti che compriamo. Perchè non favorire chi li riduce? O svantaggiare chi ne produce troppi? Perchè non si può fare una valutazione di quanto imballaggio necessità un prodotto per essere trasportato e venduto, e chi supera il limite paga una tassa aggiuntiva?...perchè invece di studiare come gestire la spazzatura una volta creata non pensiamo a come non crearne? Perchè la Coop produce e vende dentifrici senza scatola aggiunta e non possono farlo anche gli altri produttori? Perchè non ci si muove sul piano della legiferazione? Troppo difficile?
lunedì 16 giugno 2008
Scienza, politica e rifiuti napoletani...
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