Con la giornata di ieri si è chiuso il cerchio, ed ora abbiamo tutti i dati che ci servono per poter analizzare cos’è successo, perché è successo e cosa si può e si deve fare nel prossimo futuro.
Io ho certe convinzioni molto radicate, magari mi sbaglierò, ma è ciò che penso. Veltroni ha perso nettamente da B.; Rutelli, se si può, ancora peggio da Alemanno.
La sconfitta di Roma si può analizzare da diverse prospettive e sicuramente ha svariate cause. Tra queste ce n’è una che, seppur probabilmente non è stata quella fondamentale, sicuramente ha inciso. E’ la nazionalizzazione di un evento locale. O meglio, l’incisività che la destra è riuscita a portare nella campagna elettorale locale sfruttando le stesse carte che solitamente usa per le elezioni politiche. Televisioni, trasmissioni “politicizzate”, strumentalizzazioni alle quali il centro-sinistra e la sinistra non sono in grado di rispondere.
Ciò mi porta a credere, ancora una volta che il filo conduttore di questi 15 anni di politica italiana sia l’impossibilità (o la totale difficoltà) della sinistra e del centro sinistra di far passare il proprio messaggio agli elettori, l’impossibilità rispetto ad una destra che invece ha il potere assoluto dell’informazione, di condizionamento dell’opinione pubblica, e di instradamento e controllo delle tematiche sulle quali giocarsi le elezioni. Le vittorie del centro-sinistra negli ultimi 15 anni sono state o a livello locale (dove l’informazione nazionale ha potuto meno influenzare l’elettorato ed influire sul voto) o molto sofferte. La prima causa di tutto ciò, secondo me, è la disparità di mezzi di comunicazione.
E’ vero che uno può vincere con proposte migliore, candidati più credibili, e maggiore senso dello Stato. E’ altrettanto vero che quell’uno vincerà con un distacco molto minore se contro ha colui che interferisce tra se e il cittadino.
Allora la sinistra ed il centro sinistra devono porsi una domanda. E’ il caso di riiniziare i processi di riorganizzazione politica, di cambiamento nelle modalità di scelta degli uomini, di individuazione di nuovi punti programmatici sui quali puntare, oppure forse è il caso di concentrarsi su una nuova struttura comunicativa? Ovviamente la risposta più corretta sarebbe ‘entrambe’, oppure quelle risposte del tipo ‘l’una attività incide sull’altra’ . Ebbene, secondo me, arrivati al giorno d’oggi, incamerate le terribili sconfitte delle ultime due settimane, è venuto il momento di lavorare alla ricerca di potere mediatico. E il potere mediatico in Italia passa ancora quasi esclusivamente nelle mani della televisione.
So che sarà difficile essendoci B. al governo, so che le leggi attualmente in vigore in Italia non facilitano la sfida, ma tale sfida deve essere accettata, recepita e vinta. Il centrosinistra e la sinistra devono puntare ad avere televisioni, esattamente come le ha B. per far passare il proprio messaggio e denigrare quello dell’avversario. Il centrosinistra e la sinistra devono cercare l’aiuto dell’Europa, lo sfruttamento delle reti locali (come invece alle ultime elezioni ha fatto sempre B.), devono muoversi con qualunque mezzo al fine di accrescere il proprio potere comunicativo. Solo dopo potranno tornare a parlare di programmi, di candidati, di ideali. La cosa migliore, come da anni si dice, sarebbe quella di aprire il sistema televisivo del nostro paese al libero mercato, avere tante emittenti, avere pluralità d’informazione, avere trasmissioni e programmi di ogni parte politica. Tutto ciò, però, fino ad oggi non è accaduto, e non accadrà neppure in futuro con un governo B. alla guida del Paese. E allora, secondo me, il centrosinistra e la sinistra si devono mettere anima e corpo a combattere per questo obiettivo: potere comunicativo.
martedì 29 aprile 2008
SI CHIUDE IL CERCHIO…ED ORA UNA TELEVISIONE
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